sabato 3 maggio 2008

Terzo articolo gerolamo 2007/2008

Chiedi alla Polvere


Riflessione sull’ Africa e sul nuovo anno: periodo di elezioni, di cambiamenti e di guerre.
Avvenimenti che sembrano lontani, ma che vivono con noi ogni giorno.


Nessuna zona dell’ Africa si salva…Un’ enorme nuvola di polvere si espande nell’ aria, intossica la gente, fa lacrimare le persone, inquina, rovina, distrugge….
Dopo che passa lascia sulla sua scia di polvere corpi spezzati, case rase al suolo e migliaia di persone che devono abbandonare la propria casa, la propria città e talvolta la propria famiglia con la quale non si ricongiungeranno più.
Accade in Kenya, in Congo, in Angola, in Sudan... Accade in Africa.
Lontano, lontano, molto lontano, le notizie degli scontri continui ci arrivano come echi attraverso le pagine dei giornali e da qualche servizio alla tv, magari in particolari orari molto notturni può venire trasmesso qualche speciale, l’importante che sia tardi, per non svegliarci.
E ci si chiede, se tutto il mondo è civilizzato, perché accade tutto ciò? Perché in Africa è impossibile svolgere delle normali elezioni?
Elezioni? Elezioni?
Quegli avvenimenti non sono degni di essere chiamati elezioni!
Più della metà del continente è in mano a sessantenni che hanno preso il potere vent’ anni fa e non hanno ancora lasciato la loro poltrona, ( forse anche l’Italia con la sua gerontocrazia in realtà segue il modello africano?).
Gli stati sono diversi, le etnie sono diverse, le religioni, le lingue tutto differente, come si può parlare di Africa, ma di Afriche.
Vi sono paesi comandati da capi militari, da autorità religiose o da rappresentanti delle etnie dominanti.
Così ogni volta che un dittatore crolla, affoga insieme a lui la sua etnia: ed è l’ inizio della polvere: l’ inizio dei massacri, del terrore e della fuga.
Si fugge con ciò che si può, con chi si può per raggiungere le oasi della pace e della serenità, e qui entriamo in gioco tutti noi, quelle guerre così lontane fanno sì che i visi“scuri” diventino più vicini.
Ma noi preferiamo continuare a crederle lontano, come se non fossero mai venuti a contatto con noi…
Convivere ogni giorno con chi è scappato da “polveriera” ci deve far riflettere , perché se noi consideriamo la nostra informazione un inferno, dobbiamo vedere le lacrime di chi piange ogni sera per l’ inferno che ha visto, ma non riusciamo a vederle perché scendono su guance scure.

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