sarò vuoto?
No, penso di no...
"Ho tutto in testa ma non riesco a dirlo"
Fanaa è una parola di origine persiana che significa perdersi dentro qualcuno fino a perdere la propria identità o la propria vita.
There is a way to be good again…
Esiste un modo per tornare ad essere buoni…
Un romanzo che è ancora ai vertici delle classifiche mondiali, il libro più venduto degli ultimi anni, il best seller più letto e più amato dei nostri tempi, un libro indimenticabile, splendido, toccante, una storia tragica e di speranza…
Sono queste le varie lodi attribuite al libro “Il Cacciatore di Aquiloni” di Kalhed Hosseini, edito in Italia da Piemme e la cui trasposizione cinematografica è uscita nei cinema .
Il film è diretto da Marc Foster, già regista di pellicole apprezzate dalla critica come Neverland e Monster’s Ball.
Fedele al libro, bellissima colonna sonora, ben interpretato, commovente, coinvolgente, la versione cinematografica dona due ore di film che passano in fretta senza annoiare lo spettatore.
Ho adorato il libro, una storia tragica ma che nasconde dentro di sé un sottofondo di speranza, un libro forte, scritto in maniera scorrevole, ma un vero pugno allo stomaco per la pesantezza di certi contenuti.
E il regista non ha deluso le mie aspettative, facendomi rivivere gli stessi sentimenti provati durante la lettura del libro.
La storia inizia con Amir, afghano emigrato negli Stati Uniti che vede finalmente pubblicato il suo primo libro, riceve una telefonata da un caro amico di famiglia che lo invita a tornare in Pakistan, per poi dirigersi in Afghanistan, dove dovrà ripercorrere un passato che credeva di aver dimenticato.
Così Amir rivive la sua infanzia a Kabul, il rapporto instabile con il padre, le prese in giro dei compagni più grandi e la profonda amicizia che lo lega ad Hassan, il figlio di Alì, il servo hazara del padre.
Durante la gara invernale di aquiloni, vinta da Amir, Hassan rimane vittima di una tragedia, che cambierà per sempre il rapporto tra i due amici e finirà per dividerli per sempre.
Durante l’invasione sovietica Amir e suo padre fuggiranno negli Stati Uniti e qui si dovranno costruire una nuova vita, ma come tutti gli immigrati afghani che grazie alla loro ricchezza sono riusciti a raggiungere l’America, dovranno fare i conti con una relatà difficile, fatta di sacrifici, piccoli lavori e lontana dai lussi a cui erano abituati.
Amir si sposa con Soraya, emigrata anche lei e inizia a comporre il suo primo libro.
I due non hanno figli, muore Baba, il padre di Amir, e qualche anno dopo finalmente il protagonista riesce a pubblicare il suo primo libro.
E’ proprio a questo punto che riceve la telefonata…
A parlare, dall’altra parte della cornetta, è Rahim Khan, migliore amico e socio in affari Baba che in più occasioni si è rivelato essere anche grande amico e confidente di Amir, i due infatti sono accomunati dalla passione per la scrittura e la letteratura.
Sarà questa telefonata a far sì che Amir ritorni in Afghanistan e ripari gli errori del passato, è questo il modo che gli consente di ritornare buono.
Il film ha ricreato l’atmosfera del libro con grande semplicità, senza l’utilizzo di particolari effetti speciali o sonori, forse il regista per una necessità narrativa e di rispetto dei tempi cinematografici, a parer mio, ha un po’ troppo velocizzato la narrazione, non sottolineando alcuni passaggi del libro, che nella loro tragicità e durezza permettono però di capire meglio lo spessore psicologico dei personaggi.
Al regista Marc Foster vanno le lodi per essere riuscito a fare di un capolavoro letterario un capolavoro cinematografico.
Consiglio a tutti la visione del film, ma prima di tutto la lettura del libro che, anche se molto forte, fa apprezzare ancora di più la pellicola.
Giuseppe Visonà
Grida dal tetto del mondo
Tibet.
Capitale: Lhasa, Tipo di amministrazione: Regione Autonoma, Superficie: 1.228.400 kmq, Popolazione: 2.670.000, Densità: 2,2 ab. per kmq…
Pochi dati, poche cifre per descrivere una regione millenaria.
Migliaia di anni di storia congelati in un ghiacciaio sul tetto del mondo.
Qui tutto sembra fermo, completamente isolato dal resto del pianeta, un’oasi protetta da mura di montangne, l’Himalaya che l’hanno tenuto nascosto e al sicuro dal mondo di fuori.
Un regno fatto di religione, preghiera, valori, principi, monaci e inni.
Un mondo di tradizioni, miti e leggende.
Un mondo che sembra quasi inventato, ma che in realtà esiste, o meglio è esistito.
La storia del Tibet è incerta, le sue radici si perdono qualche secolo prima di Cristo e trovano fondamenta nelle varie invasioni mongole e cinesi che conquistarono la regione e la proclamarano come regione dell’impero cinese.
Nella seconda metà del 1500 fu stabilita la linea del Dalai Lama, nel 1600 il quinto Lama (Lozang Gyatso) prese il potere e nello stesso anno la carica divenne ufficiale, grazie al riconoscimento dell’imperatore cinese.
Dal 1600 , appunto, al 1951 i Dalai Lama rappresentavano il potere politico, religioso e amministrativo dello stato tibetano.
Nel 1912 però il XIII Dalai Lama (Thubten Gyatso) dichiarò l’indipendenza dalla Cina.
In questi anni il Tibet ottenne la piena indipendenza da Pechino, ma nessuna nazione lo riconosceva come stato autonomo.
Nel 1950 gli stati occidentali erano tutti interessati alla guerra di Corea, questa fu un’ occasione d’oro per l’ esercito cinese che decise d’invadere il Tibet, 40.000 soldati dell’esercito di liberazione popolare frantumarono l’esercito tibetano uccidendo 8.000 soldati.
L’America e l’Europa Occidentale non s’interessarono alla faccenda trattandola come una questione interna cinese ( in effetti la Cina non era riconosciuta dagli stati capitalisti).
Nel 1950 il XIV Dalai Lama, sebbene non ancora maggiorenne, divenne a pieni titoli capo politico e religioso del suo stato, ma l’esercito cinese che si trovava sul territorio gli impedì di governare, così fu obbligato a firmare il famoso trattato dei 17 punti che obbligarono il Tibet ad arrendersi a Mao e alla Cina.
Nel 1955 iniziarono le prime rivolte da parte dei monaci tibetani e della popolazione locale, fin dagli inizi gli Stati Uniti vollero aiutare la rivolta tibetana e inviarono agenti CIA per “allenare” la milizia locale.
Ad ogni rivolta organizzata dal popolo, i cinesi risposero con l’impiego di un maggior numero di soldati ,ne utilizzarono migliaia e migliaia di soldati, che provocarono la morte a decine di migliaia di civili.
Il Dalai Lama fuggì nel 1959 e si recò in esilio in India dove ha dato origine allo stato autonomo del Tibet e da allora professa la pace e la non violenza, questa sua politica gli è valsa il premio Nobel per la pace nel 1989.
Gli anni della rivoluzione culturale segnarono una tragedia per la cultura tibetana, i templi furono distrutti e dissacrati, e da quel momento il Tibet diventa una regione cinese, soggetta a continui maltrattamenti.
L’interesse dell’opinione pubblica torna sui monti dell’Himalaya nei primi mesi del 2008 quando iniziano a circolare in tv e su internet immagini di tortura da parte dell’ esercito cinese sui civili tibetani.
La Cina ha smentito tutto a riguardo, ma le immagini continuano a girare e adesso gli attivisti pacifisti hanno proposto di boicottare i giochi olimpici di Pechino.
Ciò è solamente una trovata pubblicitaria per contrastare la supremazia cinese nei confronti dell’ occidente o una vera e propria rivoluzione popolare?
La risposta si può leggere solamente negli occhi del popolo tibetano che da oltre 50 anni si trova rinchiuso in uno stato che non è il proprio.
Giuseppe Visonà
Riflessione sull’ Africa e sul nuovo anno: periodo di elezioni, di cambiamenti e di guerre.
Avvenimenti che sembrano lontani, ma che vivono con noi ogni giorno.
La scienza, l’ arte, l’ ingengo
Breve descrizione delle visita alla mostra di antichi strumenti scientifici del nostro Liceo.
Un ventina di visitatori per volta, tre o quattro ragazzi a guidarci, un’ insegnante sempre pronta a chiarirci le idee ed a giungere in aiuto alle guide…
E’ questo l’ accogliente scenario al quale si assiste durante la visita “La scienza, l’ arte, l’ ingegno” presso
Protagonisti della mostra sono tutti i vecchi, dimenticati, e ora risorti strumenti scientifici per lo studio della fisica e per realizzare esperimenti del Laboratorio di Fisica.
Lasciati a lungo a prender polvere allontanando da se stessi l’ attenzione degli altri, hanno trovato nelle professoresse di matematica e fisica Malegori, Passeri e Zamboni delle “Tutrici”.
Il prof. Mirco Antiga, già professore di Matematica e Fisica presso il nostro Liceo, è stato prezioso coordinatore dell’impresa che ha portato al restauro dei preziosi strumenti ,alcuni dei quali risalgono all’inizio ‘800.
Il restauro è stato curato da una associazione di volontari, l’ A.R.A.S.S. di Brera.
Dopo aver recuperato e sistemato gli strumenti trovati all’ interno della scuola, con l’aiuto della precedente amministrazione si è dato via al progetto di una mostra, progetto realizzato con il contributo dalla nuova amministrazione e l’esposizione si è arricchita di uno spazio laboratoriale di indubbia valenza didattica.
Dopo una prima visita ai vari strumenti, sotto la guida dei ragazzi e della prof. ssa Malegori (il giorno in cui siamo andati c’ era lei) abbiamo assistito a vari esperimenti.
E’ una visita molto piacevole, nonostante non studi fisica sono rimasto molto colpito da questo mondo, il mondo della fisica fatto di calcoli e un po’ di “magia” .
Giuseppe Visonà
Il 27 febbraio 2008 si è riunito per la prima volta il gruppo Giovani del Partito Democratico di Desenzano.
Siamo un gruppo di amici, che condividono gli stessi valori e le stesse speranze. Ci sta molto a cuore l’avvenire della nostra città e il nostro futuro, nel senso più pieno e vero della parola.
Crediamo che questo partito nuovo, nato da poco, possa dare tante risposte alle nostre domande e riponiamo in esso grandi aspettative !
Il Partito Democratico dovrà essere il partito adatto a noi, il NOSTRO partito e per fare in modo che ciò accada ci impegneremo fortemente nelle sue attività, per viverlo e farlo vivere sempre di più !
La serata del 27 febbraio, con un primo incontro nella nuova sede del Pd, a cui è seguita una piccola cena, è stata un bel momento per conoscerci maggiormente, scambiarci idee, proposte ed esprimere le nostre speranze.
Vogliamo diventare sempre di più: questo non per puro spirito “elettorale” e di ricerca di consenso, ma perché crediamo che più saremo, meglio sosterremo le nostre idee e daremo loro grande forza! E anche perché siamo e vogliamo essere sempre di più un grande gruppo di amici !
Nel nostro percorso siamo guidati dall’esperienza e dalla saggezza di Valeria Saretto, che con i suoi consigli e il suo entusiasmo ci dà un forte sostegno.
Il prossimo incontro si terrà mercoledì 19 marzo, alle ore 18.30, presso la sede del Pd in via Gramsci 53, a Desenzano. L’incontro è aperto a tutti i giovani che sono simpatizzanti o desiderano conoscere meglio noi e questo partito. Sarà l’occasione per discutere della campagna elettorale in corso e delle imminenti elezioni politiche.
Sabato 29 marzo ci troviamo alle ore 8 al parcheggio delle piscine comunali di Desenzano: andiamo a Brescia ad ascoltare Walter Veltroni ! La partenza di buon mattino è dovuta al fatto che l’ingresso al Palatenda (luogo dove si svolgerà l’incontro con Veltroni) è libero, quindi chi prima arriva prima avrà il posto.
La nostra sede è aperta il martedì e il venerdì dalle 17 alle 19.
Quando vuoi, passa pure dalla sede, troverai spesso uno di noi !
Ti aspettiamo !!
Il gruppo Giovani Partito Democratico di Desenzano del Garda
L’ eccellenza che fa paura
Riflessione sul suicidio di Diego, quinidcenne ginnasiale che si è tolto la vita a causa degli isnulti ricevuti dai compagni di classe
Diego non è lì, non è insieme ai suoi coetanei a chiaccherare e guardare film horror, si trova invece attaccato per il collo a un albero nel giardino di sua nonna.
Perché mai un ragazzo di soli quattordici anni ha dovuto compiere un gesto tanto estremo?
La madre non lo sa, lei, l’ unica persona che gli sia stata vicina, non sa rispondere, non ci può credere, non può pensare in un momento come questo alle ragioni di suo figlio, rivede la vita di suo figlio, ora morta impiccata a quell’ albero.
Diego, un ragazzo da 9, V ginnasio, la scuola per “secchioni”, la scuola dove tutti i ragazzi indipendentemente dalla loro media sono seri, studiosi e motivati.
Ci viene dunque da pensare che Diego fosse un leader, gioia degli insegnanti e modello per tutti i suoi compagni; ma lui, un ragazzo da 9 si è ritrovato con 0 voti.
E’ il giorno di Halloween, ma nel liceo classico di Ischia, neanche una decina di alunni per classe è il giorno delle elezioni,le grandi ed importanti elezioni studentesche dove tutti gli alunni hanno diritto di voto e di far valere almeno per un giorno, uno soltanto, i propri diritti.
Anche nella classe di Diego ci sarà stata agitazione, i vari candidati, tra cui Diego assistono allo spoglio dei voti, uno 4, l’altro 3, questo qua 2 e così via…
Ma Diego 0, neanche una persona ha osato votarlo, nessuno lo stima, nessuno lo considera un valido rappresentante, forse è troppo studioso, forse gli altri candidati sono più spontanei e meno timidi nel parlare con gli insegnanti, ma ciò non toglie che adesso Diego non c’è più, che per colpa di quei voti inesistenti un ragazzo ha chiuso definitivamente con la sua vita…
La madre parla con la polizia e rende noto che il figlio le aveva parlato di molti disagi che viveva nella classe a causa dei rapporti con i compagni, rapporti poco piacevoli, rapporti basati sugli scherzi crudeli, sugli insulti e sull’ indifferenza generale.
La madre lo rende noto alla polizia, come lo aveva già reso noto agli insegnanti, ma nella vita di Diego non era cambiato nulla.
Gli insulti erano continuati, fino a quelle maledettissime elezioni che hanno fatto definitivamente esplodere la fragilità di Diego portandolo a compiere il gesto estremo .
La polizia indaga, vengono ascoltati i professori e gli insegnanti e le indagini portano le forze dell’ ordine a due ragazzi e una ragazza che ora sono indagati per induzione al suicidio.
La notizia è resa nota, ne parlano i telegiornali, tre 15enni hanno indotto un coetaneo al suicidio, non è stata quindi la pazzia di Diego, ma la pazzia o l’imbecillità di qualcun altro.
Gli altri alunni scrivono una lettera straziante alla madre del ragazzo, che mi auguro che la madre abbia bruciato senza neanche averla letta, dove ripongono le loro dolci parole di ipocriti pentiti, non si erano mai accorti di niente, i docenti non si erano mai accorti di niente, nessuno si è mai interessato alla vita di Diego, nessuno avrà pianto veramente al suo funerale, esclusa la madre che fu l’ unica a provare a far cambiare il verso delle cose.
In quel liceo, un liceo dove pensate neanche i “Seci” hanno diritto ad essere “Seci” il gesto di Diego non è stato il primo, è stato il quinto e soltanto dopo aver avuto la poco gradita attenzione della stampa, preside ed insegnanti hanno iniziato a prendere provvedimenti.
Cinque vite spezzate, ci sono voluti cinque casi per aprire gli occhi al mondo degli adulti che invece di avvicinarsi alle incertezze, alle paure, alle delusioni e alla solitudine che pervadono il mondo di noi ragazzi si allontanano sempre di più ogni anno che passa.
L’ impiccagione di Diego e tutto ciò che vi è legato non ci può che far capire quanto al giorno d’ oggi neanche la scuola sia un luogo dove i ragazzi siano liberi di essere se stessi, venendo rispettati e amati.E così si rivela che parola che identifica la scuola non è la tanto decantata meritocrazia, ma l’ indifferenza.
AUTOSTIMA: il mio pezzo preferito
IL NUOVO VOLTO DELLA TRASGRESSIONE
Ma lui non è un semplice comico, lui non scherza!
Il primo personaggio comico con il quale si fa conoscere è Ali G un M.C. (sigla che identifica un rapper che pratica il freestyle) che aspira a diventare gangster, è una parodia di numerosi rapper americani conosciuti per i numerosi problemi legali.
Nel 2001 conduce gli MTV Europe Music Awards a Francoforte, uno show esilarante dove la comicità regna sovrana.
Dopo questi successi europei produce, scrive ed interpreta il film “Ali G Indahouse” e porta la sua comicità tendente alla trasgressione anche oltre oceano.
Nel settembre del 2005 l’emittente televisiva MTV riaffida la conduzione degli Europe Music Awards al comico.
Egli si presenta nei panni di Borat Sagdiyev un giornalista kazako, lo show supera di gran lunga la linea del pudore: è trasgressione allo stato puro, politicamente scorrettissimo, definisce i Colplay delle “donne”, chiama “sgualdrine” le PussycatDolls e “travestito” Madonna; ma questo era solo l’inizio.
Nel 2006 negli Stati Uniti esce il suo secondo e acclamatissimo film: “Borat: studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan”.
Dopo essersi piazzato alla numero
Il film, un falso documentario, racconta l’avventura di Borat giunto in America per studiarne gli usi e costumi. Qui si innamora di Pamela Anderson, e intraprende un viaggio in California; ma l’America non è il Kazakistan, e lo sfortunato giornalista si renderà conto delle diversità dei due Paesi.
Come ogni lavoro firmato Cohen la pellicola spezza il filo che separa la comicità dalla trasgressione, è ripetutamente offensivo verso donne, ebrei, zingari e omosessuali.
Viene poi eseguita un’irriverente presa in giro della società repubblicana americana, ma solo per creare un fenomeno trasgressivo, il film non promuove alcun messaggio sociale, certo può far riflettere, ma prima di tutto deve far ridere!
Dopo aver incassato milioni di dollari e aver chiuso il capitolo Borat (sperando comunque in un suo ritorno futuro) ecco una piccolissima chicca per i fans, ma anche per chi non è riuscito a gustarsi fino in fondo questo successo (ovvero a chi non è piaciuto questo film e questo personaggio): il genio Sacha ha in lavorazione un nuovo film in uscita per il 2008 dove il protagonista sarà Bruno, un giornalista gay austriaco esperto di moda, preparatevi!
Sappiamo che Madonna la professa e ha litigato con Britney Spears per un suo rifiuto di praticarla, sappiamo che è qualcosa che c’entra con l’ebraismo, ma più di così basta.
Per questo motivo ho deciso di farmi aiutare da un ex-bagattiano, Marco Bertagna, giovane laureato a Venezia in “ Lingue e culture orientali “e specializzato proprio in ebraico, che attualmente tiene , con successo , un corso serale di ebraico a Desenzano proposto dal Centro di Cultura “Stefano Bazoli”.
Il termine Cabala deriva da un verbo ebraico che significa “Ricezione”, da qui possiamo intendere che è qualcosa che ha a che fare col tramandare oralmente, di padre in figlio.
Gli studiosi hanno diviso il rito della Cabala in due differenti modalità di praticarla:
-
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Entrambi i modi di praticare
Mi sai fare qualche esempio di riti?
Innanzitutto erano riti il cui fine era quello di mandare la persona in trance e fargli credere di essere arrivato al Divino, comunque erano pratiche molto bizzarre e sempre collegate alla parola e alla lingua ebraica, come la lettura di una stessa pagina della bibbia fino ad intontire il lettore o la ripetizione delle parole in continuazione.
Si hanno le date precise dell’inizio della professione della Cabala?
Con la cacciata degli ebrei dalla Spagna ( 1492) il rito della Cabala si è spostato in tutto il mondo, si diffuse molto in Europa dell’Est, ma la sede di studi cabalistica più famosa è Safed, in Palestina, formatasi nel ‘500.
L’età preferita per iniziare a praticarla è verso i 40-50 anni, e non ha mai avuto una figura di leader o a quanto risulta precetti e comportamenti particolari da osservare. Si tratta di una pratica d’ élite, appunto le conoscenze teologiche che richiede, quindi va considerata come una volontà esclusiva del singolo.
Esiste un testo sacro nella Cabala?
Non proprio, esiste però un libro, il “Sefer-Ha-Zohar” ,dove sono spiegate le pratiche dello studio cabalista, i riti da compiere, il modo di leggere la bibbia e tutto ciò che serve per professare questo culto, una specie di manuale.
Come mai, sebbene sia molto difficile, è così famosa anche ai nostri giorni?
Forse tu riferisci alle star come Madonna, che dichiarano di essere cabalisti, ma ciò non è vero, anche se premetto che so poco dell’argomento.
Comunque è molto difficile trovare notizie affidabili su internet sull’ argomento, perché si rischia di finire in siti di organizzazioni che si dichiarano cabalistiche, ma che in realtà hanno trasformato questo antico ed affascinate studio, in una forma di New-Age.
Grazie a Marco Bertagna adesso ne sappiamo qualcosa di più anche noi !
“assumerò la ragazza grassa…”
Il diavolo veste Prada, cronacha di una lavoratrice presso il demonio…
Malgrado ciò, Andy riesce a ottenere il posto di seconda assistente, o come la chiama Miranda, la nuova Emily (Emily Blunt) la quale è passata a prima assistente e non prende in simpatia, come
del resto tutto lo staff, la povera Andy, che vuole solo fare il mestiere per cui è arrivata a New York.
Purtroppo Andy non trova il sostegno necessario per svolgere “il compito che milioni di ragazze sarebbero disposte a uccidere pur di ottenere” neanche in casa, dato che il fidanzato Nate (Adrian Grener) non vede di buon occhioil suo nuovo impiego, per paura che si trasformi in una “tacchettina” (nel film vengono chiamate così le ragazze che lavorano alla rivista per il rumore dei tacchi sul pavimento quando camminano) .
Malgrado questi problemi Andy continua a lavorare, ed incominciano subito i primi fallimenti; dopo l’ennesima sgridata di Miranda e la fatidica scena del golf azzurro, Andy si rifugia da Nigel (un fantastico Stanley Tucci) il responsabile del guardaroba e dei vestiti per le modelle e lo staff.
Incomincia il cambiamento di Andy: CHANEL, VALENTINO, PRADA, MANOLO, JIMMY CHOO e tutte le altre griffe, fino ad allora a lei sconosciute.
Dopo questa metamorfosi, inizia una nuova visione del proprio lavoro da parte di Andy, sa che Gabbana si scrive con due “b”, sa mettere al posto giusto le riviste sul tavolo di Miranda, sa dove mettere il menabò a casa del capo, insomma riesce al meglio nell’occupazione che l’aveva tanto spaventata.
Ma la vita, come ben sappiamo, non è tutta rose e fiori, questa sua trasformazione sembra non rendere felice l’ unica persona che l’ aveva sostenuta fin dall’ inizio, il suo fidanzato, che sembra l’ unico a preferire la “vecchia” Andy alla nuova; Nate sembra tollerare il tutto fino al giorno del suo compleanno,che coincide con il galà di beneficenza di Runway.
La serata inizia già nel verso sbagliato, Andy infatti non avrebbe dovuto partecipare alla festa, doveva bensì tornare a casa a festeggiare insieme al compagno e a tutti i suoi veri amici…ma c’è un problema, Emily, la prima assistente è raffreddata e non può aiutare Mirando.
Si richiede una partecipazione di Andy alla festa, che con grande tristezza, avvisa il fidanzato di un suo probabile ritardo…
Ciò non fa che aggravare il già difficile rapporto…
Ma il peggio deve ancora venire, Emily ha un incidente stradale che le impedirà di recarsi a Parigi, durante
Andy è costretta ad accettare, ma saputa la notizia Nate decide di prendere una pausa (in poche parole si mollano!).
Una sera entra in camera di Miranda e la coglie in un momento di debolezza: in vestaglia, senza trucco, con gli occhi gonfi di lacrime per la notizia della richiesta del divorzio da parte del marito, e sarà proprio questo avvenimento che, trasformata non solo in una “tacchettina”, ma in una specie di Miranda…
Il film avrà un finale semi-positivo…con una punta di veleno alla Prestly!
Ma cosa ci vuole veramente dire questo film?
Ci viene subito da pensare al conformismo, al desiderio (quasi sempre delle donne) di voler appartenere e solamente di sognorare a un circolo superiore, fatto di abiti firmati, cene di gala e tutto resto considerato chic e glamour…
Io non la penso così, trovo che il personaggio di Andy si possa identificare con tutte quelle persone fragili e timide, dove poco per farle cambiate radicalmente e trasformarsi in ciò che non si vuole o si vuole essere…ed è qui che bisogna porsi una domanda, meglio far parte di un gruppo e non volerlo accetare o riconoscere o trasformarsi in qualcosa che non si è tanto per piacere agli altri?
UN FUTURO SENZA ATOMICHE
COMINCIAMO SUBITO
Campagna per una legge di iniziativa popolare
che dichiari l’Italia
“Zona Libera da Armi Nucleari”
Art. 1 - Obiettivi e finalità
1. Il territorio della Repubblica Italiana, ivi compresi lo spazio aereo, il sottosuolo e le acque territoriali, è ufficialmente dichiarato “zona libera da armi nucleari”.
2. Il transito e il deposito, anche temporaneo, di armi nucleari e di parti di armi nucleari non è ammesso in nessuna circostanza sul territorio della Repubblica, così come individuato al comma 1.
3. Il Governo provvede ad adottare tutte le misure necessarie, sia a livello nazionale che internazionale, per assicurare la piena applicazione del presente articolo entro e non oltre il termine di sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
FIRMA ANCHE TU
Domenica 10 Febbraio dalle ore 9 alle ore 13
In:
Desenzano P.zza Malvezzi
Rivoltella Via Di Vittorio
Per ulteriori informazioni puoi visitare:
e contattare:
Beppe 3496404202
Luca 3382476454
Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio!
Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d'essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. Quanto più si avanza nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e stanco, da quell'ampiezza uniforme; l'aria gli par gravosa e morta; s'inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli levino il respiro; e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero, pensa, con desiderio inquieto, al campicello del suo paese, alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che comprerà, tornando ricco a' suoi monti.
Ma chi non aveva mai spinto al di là di quelli neppure un desiderio fuggitivo, chi aveva composti in essi tutti i disegni dell'avvenire, e n'è sbalzato lontano, da una forza perversa! Chi, staccato a un tempo dalle più care abitudini, e disturbato nelle più care speranze, lascia que' monti, per avviarsi in traccia di sconosciuti che non ha mai desiderato di conoscere, e non può con l'immaginazione arrivare a un momento stabilito per il ritorno!
Addio, casa natìa, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s'imparò a distinguere dal rumore de' passi comuni il rumore d'un passo aspettato con un misterioso timore. Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte alla sfuggita, passando, e non senza rossore; nella quale la mente si figurava un soggiorno tranquillo e perpetuo di sposa. Addio, chiesa, dove l'animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore; dov'era promesso, preparato un rito; dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto, e l'amore venir comandato, e chiamarsi santo; addio! Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la gioia de' suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande.