mercoledì 20 febbraio 2008

Primo articolo 2007/2008

L’ eccellenza che fa paura

Riflessione sul suicidio di Diego, quinidcenne ginnasiale che si è tolto la vita a causa degli isnulti ricevuti dai compagni di classe

E’ il 31 ottobre, il corpo senza vita di Diego viene mosso dal vento, perfetto scenario per la notte delle streghe, notte festeggiata da tutti gli adolescenti con feste, scherzi e pigiama-party…
Diego non è lì, non è insieme ai suoi coetanei a chiaccherare e guardare film horror, si trova invece attaccato per il collo a un albero nel giardino di sua nonna.
Perché mai un ragazzo di soli quattordici anni ha dovuto compiere un gesto tanto estremo?
La madre non lo sa, lei, l’ unica persona che gli sia stata vicina, non sa rispondere, non ci può credere, non può pensare in un momento come questo alle ragioni di suo figlio, rivede la vita di suo figlio, ora morta impiccata a quell’ albero.
Diego, un ragazzo da 9, V ginnasio, la scuola per “secchioni”, la scuola dove tutti i ragazzi indipendentemente dalla loro media sono seri, studiosi e motivati.
Ci viene dunque da pensare che Diego fosse un leader, gioia degli insegnanti e modello per tutti i suoi compagni; ma lui, un ragazzo da 9 si è ritrovato con 0 voti.
E’ il giorno di Halloween, ma nel liceo classico di Ischia, neanche una decina di alunni per classe è il giorno delle elezioni,le grandi ed importanti elezioni studentesche dove tutti gli alunni hanno diritto di voto e di far valere almeno per un giorno, uno soltanto, i propri diritti.
Anche nella classe di Diego ci sarà stata agitazione, i vari candidati, tra cui Diego assistono allo spoglio dei voti, uno 4, l’altro 3, questo qua 2 e così via…
Ma Diego 0, neanche una persona ha osato votarlo, nessuno lo stima, nessuno lo considera un valido rappresentante, forse è troppo studioso, forse gli altri candidati sono più spontanei e meno timidi nel parlare con gli insegnanti, ma ciò non toglie che adesso Diego non c’è più, che per colpa di quei voti inesistenti un ragazzo ha chiuso definitivamente con la sua vita…
La madre parla con la polizia e rende noto che il figlio le aveva parlato di molti disagi che viveva nella classe a causa dei rapporti con i compagni, rapporti poco piacevoli, rapporti basati sugli scherzi crudeli, sugli insulti e sull’ indifferenza generale.
La madre lo rende noto alla polizia, come lo aveva già reso noto agli insegnanti, ma nella vita di Diego non era cambiato nulla.
Gli insulti erano continuati, fino a quelle maledettissime elezioni che hanno fatto definitivamente esplodere la fragilità di Diego portandolo a compiere il gesto estremo .
La polizia indaga, vengono ascoltati i professori e gli insegnanti e le indagini portano le forze dell’ ordine a due ragazzi e una ragazza che ora sono indagati per induzione al suicidio.
La notizia è resa nota, ne parlano i telegiornali, tre 15enni hanno indotto un coetaneo al suicidio, non è stata quindi la pazzia di Diego, ma la pazzia o l’imbecillità di qualcun altro.
Gli altri alunni scrivono una lettera straziante alla madre del ragazzo, che mi auguro che la madre abbia bruciato senza neanche averla letta, dove ripongono le loro dolci parole di ipocriti pentiti, non si erano mai accorti di niente, i docenti non si erano mai accorti di niente, nessuno si è mai interessato alla vita di Diego, nessuno avrà pianto veramente al suo funerale, esclusa la madre che fu l’ unica a provare a far cambiare il verso delle cose.
In quel liceo, un liceo dove pensate neanche i “Seci” hanno diritto ad essere “Seci” il gesto di Diego non è stato il primo, è stato il quinto e soltanto dopo aver avuto la poco gradita attenzione della stampa, preside ed insegnanti hanno iniziato a prendere provvedimenti.
Cinque vite spezzate, ci sono voluti cinque casi per aprire gli occhi al mondo degli adulti che invece di avvicinarsi alle incertezze, alle paure, alle delusioni e alla solitudine che pervadono il mondo di noi ragazzi si allontanano sempre di più ogni anno che passa.
L’ impiccagione di Diego e tutto ciò che vi è legato non ci può che far capire quanto al giorno d’ oggi neanche la scuola sia un luogo dove i ragazzi siano liberi di essere se stessi, venendo rispettati e amati.E così si rivela che parola che identifica la scuola non è la tanto decantata meritocrazia, ma l’ indifferenza.



AUTOSTIMA: il mio pezzo preferito

1 commento:

Tommaso ha detto...

E' una scelta stilistica ripetere tante volte "Diego"?
Per il resto, direi bello!